Reichstagsakten Mittlere Reihe. Reichstagsakten unter Maximilian I. Band 9. Der Reichstag zu Konstanz 1507 bearbeitet von Dietmar Heil

[1.] Ansprache Gf. Eitelfriedrichs von Zollern im Namen Kg. Maximilians an Querini: Beschluß des RT über den Romzug, Aufforderung an Querini zur persönlichen Einholung einer diesbezüglichen Stellungnahme Venedigs; [2.] Antwort Querinis: Hinweis auf die bereits erfolgte schriftliche Antwort Venedigs (Gehorsamsbekundung gegenüber Kg. und Reich, Ablehnung eines Bündnisses gegen Frankreich); [3.] Hinweis Querinis auf die Unüblichkeit des vorgeschlagenen Verfahrens bezüglich der geforderten neuen Stellungnahme; [4.] Ankündigung einer abschließenden Entscheidung von Kg. und Reichsständen diesbezüglich für den nächsten Tag.

Konstanz, 27. Juli 1507.

Venedig, BM, Cod. marc. ital. VII/989 (= 9581), fol. 72–73 (ital. Kop.; Postverm.: Per postas regias in Ispruch et inde per proprium nuntium Venetias usque.) = Textvorlage A. Venedig, BFQS, Cl. IV, Cod. V (= 769), fol. 141’-142’ (ital. Kop.; Postverm. wie A) = B.

Regest: Erdmannsdörffer, Depeschen, S. 76–78. Auszugsweise referiert bei: Brunetti, Vigilia, S. 61f.

[1.] /72/ Serenissime princeps etc. Questa matina a hora di terz[a] la maestà cesarea mandò a chiamarmi per do soi servitori che jo dovesse andarli a parlar, et conducto in una gran salla, trovai la maestà sua sentata pro tribunali in compagna de tutti electori et principi dela dieta, de li qual alcuni erano vestit[i] alla cavalcaresca; et tra li altri el vescovo d’Arbipoli, che non era anchor partit[o], come el dovea heri [26.7.], havea li stivali et spironi in piede per metersi a camino inmediate expedito de lì. Zonto in quel locho, me fezeno sentar in una bancheta, per mezo el re. Et fato segno al conte de Zorle, che havesse a parlar, lui, voltat[o] verso me, incominciò in questa forma: Ambassator, el serenissimo re nostro più volte per sui oratori et ultimamente per li tre, ch’el mandò alla illustrissima signoria, li feze intender che, essendo deliberat[o] di voler andar a Roma a tuor la suo corona, el desiderava saper quale se li era per monstrar quel senato nel suo transito et esser certo quanto suo maestà insieme cum l’Imperio se ne poteva prometer dela qual cosa, non essendo la maestà sua fin mo ben chiara insieme cum li principi et stati del’Imperio, vi hanno al presente fat[o] venir qui per significarve che in questo istesso locho hanno unanimi[ter] concluxo, fermat[o] et siggillat[o] che la sacra cesarea maestà debbi descender in Italia et passar a Roma alla incoronatione sua et redur alla obedienta del Imperio el stato che li è occupato in Italia. Et a questo effecto li hanno promesso et li voleno dar forze sufficiente a tal expeditione et conveniente alla dignità sua. Et ultra ciò la intentione del serenissimo re et illustrissimi principi è, et cusì voleno, che vui, ambassator, ve ne andate a Venetiaa per nome loro personalmente alla illustrissima signoria et li debiate dechiarir questa sua concluxione et rechiederla che nel termine da mo a un mexe la se risolvi et dechiari particularmente quomodo et qualit[er] la è per portarse et dimonstrarse verso el serenissimo [re] et [l’]Imperio in questa andata dela maestà cesarea a Roma. Et havut[a] tal resolutione ve tornaret[e] a Toblach, che è tre legge apresso Prixinum, dove trovarete qualche principe /72’/ che nomine totius Imperii ve aspetarano cum la risposta.

[2.] Jo resposi che l’era vero che la maestà cesarea havea fato intender alla celsitudine vostra esser per dover andar a Roma et rechiestala de unione contra Franza et ne havea etiam havut[a] la risposta, la quale ad advixo de sue s[ignori]e è stata in dechiaratione p[rim]a del animo de quel excellentissimo senato devot[issi]mo et obsequent[issi]mo dela cesarea maestà et suo Sacro Imperio, da la qual antica observantia et devotione naturale mai per tempo alcuno la è per manchar, anzi per dimonstrarsi sempre unita cum le s[ignori]e sue a conservatione dela corona imperiale ogni volt[a] ch’el occoresse che alcuno tentasse o machinasse usurparla. Et tale è re vera l’a[n]i[m]o dela sublimità vostra. Cercha la risposta d’unione contra Franza dixi che la illustrissima signoria vostra li havea risposto che, havendo provat[o] per molt[e] experientie che le guerre et discordie tra Christiani sono piùi fiate state causa de innumerabil calamità che ha patito la Christianità da infideli, come a tut[i] è not[o], ma molt[o] più alla celsitudine vostra, che è piùi vicina et proxima al periculo, la se doleva a questo tempo che la sperava veder unione universal et general expeditione per recuperation del stato christiano, sentir dissensione et preparation de guerre tra li do principal capi dela fede nostra, et che al meno poiché cusì era, la illustrissima signoria vostra pregava la maestà cesarea non volesse inplicarla in nove guerre cum Christiani, perché, havendo lei el stato suo exposto al p[rim]o inpeto del Turcho, ne seguirìa periculo manifes[tissi]mo de suo ruina, q[ua]n[do] quel senato movesse al presente guerra alla christianissima maestà, cum la qual la si trova za gran tempo in bona ’lianza. Et oltra zio la maestà prefata et sue s[ignori]e non haríano causa di far bona opinion dela amicitia sua.

[3.] Et questo, principe serenissimo, cum moltre altre raxon et justification dixi in exequtione dele lettere, me scrisse vostra serenità a 29 del passato [Nr. 688]. Et benché lo istesso offitio havesse fato per avanti cum molti de loro, mi parse necessario replicarlo denuo. Quanto veramente specta al’altra parte, che me rechiedevano, jo dovesse venir per nome loro alla celsitudine vostra, li respusi che non era costume de’ ambassatori /73/ venetiani farsi ambassatori de altri signori né partir de dove sono adrizati senza licentia et expresso ordine dela suo signoria, salvo se del tut[o] non li è dat[o] combiat[o], et che perhò suo serenissima maestà et illustrissimi principi me perdonasseno che in questo non poteva satisfarli, ma ben li prometeva scriver fidel et particularmente el tut[o] et instarne la risposta. Se altra risposta desiderano haver da vostra ser[eni]tà, me mandorono a part[e].

[4.] Dapoi me fezeno dir che jo venisse al mio lozamento, perché voleano consultar insieme, et me faríano saper da ment[e] sua. Et ita me expedì da loro, el mi è venut[o] poi a ritrovar a caxa el Colauro, secretario regio, et per nome del re mi ha dit[o] che doman [28.7.] el mi farà intender per m[esser] Paulo Lichtestan la ultima deliberation sua in tut[o] et per tut[o]. Ascoltarò quello mi sarà dit[o], et tuto significherò a vostra celsitudine. Gratie etc. [Datum, Unterzeichnung, Postvermerk].

Anmerkungen

a
 a Venetia] In B richtigerweise gestrichen.